giovedì 8 ottobre 2009
ore 20:30
Auditorium Lattuada
L’intensa presenza di Alvise Vidolin come esecutore di musica elettroacustica, e la sua attività didattica lo rendono una figura costante nel mondo della musica contemporanea italiana e non solo. Il suo lavoro a fianco delle nuove generazioni (l’insegnamento al Conservatorio di Venezia dal 1975, i corsi al CSC dell’Università di Padova, alla Civica Scuola di Musica di Milano e all’Istituto Musicale A. Benvenuti di Conegliano Veneto, nei Conservatori di Bologna e di Firenze) e a fianco di numerosi compositori (Sciarrino, Pasquotti, Berio, Battistelli, Ambrosini, Guarnieri per citarne solo alcuni) ne fanno un protagonista della sperimentazione musicale in ambito elettroacustico.
Ma se le attività più conosciute di Alvise Vidolin sono quelle di esecutore e di docente, molte altre, forse meno appariscenti, sono quelle svolte dietro le quinte. Ricercatore e divulgatore scientifico: la sua produzione scritta conta più di centocinquanta contributi fra curatele, articoli per atti di convegni, riviste e libri, interviste; collaboratore con archivi che posseggono importanti documenti sonori che testimoniano lo sviluppo della musica elettroacustica ed egli stesso possessore di una preziosa collezione di nastri magnetici; consulente – molte volte in via amichevole – di direttori artistici e organizzatori di concerti che vogliono arricchire la loro programmazione con il repertorio di cui Vidolin è profondo conoscitore, anche da un punto di vista storico.
In un’intervista inedita rilasciata a Laura Zattra nel 1999 Vidolin racconta, ben riassumendo la propria figura e attività: «La mia formazione originaria era razionale. Il mondo della musica elettroacustica, e ancor più della musica informatica, sono invece dei mondi astratti che richiedono e permettono, allo stesso tempo, una rigorosa evasione. Un ingegnere è costretto a fare delle cose con finalità operative; viceversa, in questo ambito c’è la soddisfazione di ottenere risultati, appunto, rigorosi, per il puro piacere dell’intelletto. Mi affascina questa costruzione dell’assurdo e dell’utopia».
Serata per Alvise Vidolin
in occasione del suo sessantesimo compleanno
Michele Tadini e Paolo Zavagna presentano il volume 60 dB dedicato ad Alvise Vidolin.
In collaborazione con Fondazione Scuole Civiche di Milano – IRMUS