giovedì 31 ottobre 2013
ore 20.30
Conservatorio G. Verdi
Sala Puccini
Dalla musica di Morton Feldman scaturiscono possibili collegamenti tra diverse generazioni di compositori del Novecento e, provando a lasciarsi coinvolgere, il gioco potrebbe talvolta rivelare inaspettate assonanze o intersezioni tra alcuni dei tratti connotativi della cultura americana ed europea. Vengono qui esplorati alcuni percorsi che fanno capo ai concetti, tra loro correlati, di spazio (o meglio, di dislocazione di oggetti sonori nello spazio), di superficie (una sorta di non narratività del tempo musicale, volta a sospendere i profili evolutivi di una forma tradizionalmente intesa), di fisicità (peso e densità del suono contrapposti alla sua smaterializzazione). I grandi maestri del Novecento ci hanno raccontato anche questa avventura, che continua traducendosi in nuove forme oggi e proseguirà trasformandosi domani: quella del suono e del tempo ricondotti a un archetipo, di volta in volta in grado di rinnovare le coordinate della percezione e il nostro rapporto emozionale con l’oggetto musicale. (m.b.)
Solisti ed Ensemble
del Laboratorio di musica contemporanea
del Conservatorio G. Verdi di Milano
Morton Feldman (1926-1987)
Three clarinets, cello and piano (1971)
per ensemble 9′
Edgard Varèse (1883-1965)
Density 21.5 (1936)
per flauto solo 5′
Charles Ives (1874-1954)
The unanswered question (1908)
versione per ensemble 8
Morton Feldman (1926-1987)
Madame Press died last weekat ninety (1970)
per ensemble 6′
Iannis Xenakis (1922-2001)
Charisma (1971)
per clarinetto e violoncello 6′
Edgard Varèse (1883-1965)
Octandre (1923)
per ensemble 7′
Bruno Maderna (1920-1973)
Serenata per un satellite (1969)
per ensemble 8′