Un folto gruppo di solisti dà vita a un programma molto articolato e magico.
"Viene chiamato Rain Tree (Albero della pioggia), perchè le sue numerose foglie continuano a lasciar cadere gocce di pioggia raccolte durante la notte fino al mezzogiorno successivo, ed oltre. Le sue centinaia di migliaia di minuscole foglie - che assomigliano a piccole dita - riescono a conservare il liquido, mentre gli altri alberi si asciugano immediatamente. Un albero ingegnoso, non è vero?"
Kenzaburo Ōe (Nobel 1994)
Fasci di luce cadenti come gocce stillanti illuminano, alternandosi, i tre percussionisti.
Profondo osservatore dell'acqua e dei suoi più impercettibili movimenti, Takemitsu dedica un intero ciclo di composizioni a questo elemento, che pur adattandosi a ogni forma, inesorabilmente procede.
Trasmissione in differita su RAI-Radio 3
domenica 10 gennaio 2010
Maurizio Ben Omar, marimba e percussioni
Andrea Dulbecco, vibrafono
Luigi Gaggero, marimba e vibrafono
Domenico Alfano, flauto
Riccardo Crocilla, clarinetto
Ljuba Moiz, pianoforte
Elena Zuccotti, arpa
Programma
Rain spell (1982, 10')
per flauto, clarinetto, arpa, pianoforte e vibrafono
Rain Tree Sketch II (1992, 5')
in memoriam Olivier Messiaen
Men go their ways from a Japanese Haiku (1964, 14')
per pianoforte
Prima esecuzione in Italia
n. 6 Cloches d'Angoisse et Larmes d'adieu (1929, 8')
da Huit Préludes
n. 8 Un reflet dans le vent... (1929, 5')
da Huit Préludes
per pianoforte
Il ruscello nel lago (2009, 8')
per vibrafono
Commissione di Milano Musica
Prima esecuzione assoluta
Psappha (1975, 13')
per percussioni
Reminiscence (2002, 12')
per marimba
Rain Tree (1981, 12')
per tre percussionisti
in collaborazione con