Discendente da antica famiglia veneziana, Luigi Nono (Venezia 1924 – ivi 1990) fu allievo dal 1941 al 1946 di Gian Francesco Malipiero (mentre si laureava in Legge) ma per la sua formazione fu decisivo l’incontro con Bruno Maderna. Esordì all’inizio degli anni cinquanta a Darmstadt con le Variazioni canoniche sulla serie dall’op.41 di Schönberg e aderì, apportandone un personale contributo critico, allo spirito e alla volontà di radicale rinnovamento del linguaggio musicale propugnato da quei compositori e interpreti dell’Avanguardia europea post-bellica (Boulez, Stockhausen, Scherchen, lo stesso Maderna) che situarono nella cittadina tedesca il centro irradiatore della cosiddetta Nuova Musica, ispirata al puntillismo strutturalista e razionalistico di Anton Webern. A Darmstadt e successivamente in Germania e in Italia, Nono si affermò tra i protagonisti dell’Avanguardia, fra l’altro con Il canto sospeso (1955-56), composto su frammenti di lettere di condannati a morte della Resistenza europea. In seguito approfondì la sua ricerca sulla voce e si accostò in forma sempre più sistematica al mezzo elettronico, collaborando con lo studio di Fonologia della RAI di Milano. Lo scatenamento della materia sonora e un terso doloroso lirismo sono i caratteri più immediatamente evidenti nella produzione degli anni sessanta e settanta, il periodo di più esplicito impegno politico lungo il quale vennero alla luce le opere Intolleranza 1960 (1960) e Al gran sole carico d’amore (1975). Negli anni ottanta Nono stabilizzò la collaborazione con lo Studio elettroacustico di Friburgo e intensificò le sue ricerche sulla produzione live-electronics. Le sue molteplici esperienze confluiscono nell’opera Prometeo, presentata nel 1984 nel quadro della Biennale di Venezia con un singolare allestimento scenico (l’ormai celebre "Arca") dell’architetto Renzo Piano nella chiesa di San Lorenzo. Trattasi forse del massimo capolavoro della storia del Teatro musicale del secondo Novecento. In Prometeo non vi è più la volontà di stabilire un tema contingente da affrontare nel modo più efficace e tecnologicamente funzionale, come nei precedenti lavori ‘impegnati’, ma la volontà di ridurre a soggetto le modalità stesse del ricercare, del sondare territori sonori, orizzonti compositivi e modalità espressive nuove, tendendo ‘prometeicamente’ appunto, al superamento dell’idea di limite.
Fondazione Archivio Luigi Nono
Brani eseguiti al Festival Milano Musica
¿Dónde estàs, hermano? (24 ottobre 2011)
¿Donde estas hermano? (23 ottobre 2000)
.....sofferte onde serene... (02 dicembre 2001, 27 settembre 2002)
Prometeo, tragedia dell’ascolto (04 novembre 2000)
A Carlo Scarpa architetto, ai suoi infiniti possibili (27 settembre 2000)
A floresta è jovem e cheja de vida
per soprano, tre voci di attori, clarinetto in si bemolle,
lastre e nastri magnetici. Testi a cura di Giovanni Pirelli.
Partitura a cura di Maurizio Pisati e Veniero Rizzati.
Nastri restaurati a cura della RAI, Audiovideoteche. (21 settembre 1998)
A Pierre, Dell’azzurro silenzio, inquietum (09 ottobre 2000)
Das atmende Klarsein (27 settembre 1992)
Djamila Boupachà (23 ottobre 2000)
Fragmente-Stille, an Diotima (02 ottobre 2000)
Guai ai gelidi mostri (28, 29 ottobre 2017)
Il canto sospeso (15 ottobre 2000)
Io, frammento da Prometeo (01 novembre 2000)
Julius Fučik (08 novembre 2008)
La fabbrica illuminata (05 novembre 2011)
La fabbrica illuminata (02 giugno 1995)
Omaggio a György Kurtág (27 settembre 1992)
Omaggio a Vedova (01 novembre 2000)
Polifonia – Monodia – Ritmica (21 giugno 1994)
Post-Prae-Ludium per Donau (27 settembre 1992, 14 ottobre 1996)
Quando stanno morendo. Diario polacco n.2 (01 novembre 2000)
Sarà dolce tacere (30 ottobre 2015)
Tre voci b
Il maestro del gioco X, XI, XII (01 novembre 2000)
La lontananza nostalgica, utopica, futura (15 ottobre 2020)
Hay que caminar, soñando (26 ottobre 2020)
.....sofferte onde serene... (30 ottobre 2020)
Fragmente-Stille, an Diotima (6 novembre 2020)