Uno dei padri del Novecento musicale, unanimemente riconosciuto tale da intere generazioni di musicisti, Bartók nasce a Nagyszentmiklós, in Transilvania (allora in Ungheria, oggi in Romania) nel 1881. La sua formazione si svolge a Budapest presso la Reale Accademia di Musica, sotto il segno di una tradizione romantica dominata dalla figura di Liszt, anche se il giovane compositore si appassionò anche per la musica di Brahms, Wagner e Strauss, come più tardi per quella di Debussy, di Schönberg e della sua scuola. Dopo gli anni di studio, Bartók si interessò insieme con l’amico e collega Zoltán Kodály al folklore in un modo per quanto possibile “scientifico”, catalogando origine ed evoluzione di migliaia di canti popolari, dapprima ungheresi e poi anche rumeni, moravi, bulgari, turchi, arabi. Tale interesse si riscontra, filtrato da una sensibilità assai colta e raffinata, anche nella sua produzione giovanile, che comprende soprattutto opere per pianoforte caratterizzate da uno stile molto percussivo, che la critica del tempo definiva “barbaro”, dal titolo della sua opera pianistica Allegro barbaro. Agli anni dieci risale invece l’interesse per il teatro simbolista ed espressionista, riscontrabile nell’opera Il castello del principe Barbablu (1919) e nel balletto Il mandarino meraviglioso (1919). Le opere successive a questo periodo ma precedenti l’esilio negli Stati Uniti d’America, che avvenne alla fine degli anni Trenta, sono probabilmente le più ispirate, anche perché vi si riflette una sensibilità per la costruzione formale e per la ricerca timbrica davvero inedita, rivoluzionaria. Tra di esse si ricordano il ciclo dei Sei Quartetti per archi, la Musica per archi, celesta e percussioni e la Sonata per due pianoforti e percussioni.
Gli anni dell’esilio li trascorse in estrema povertà e in condizioni sempre più precarie di salute, che non gli impedirono, tuttavia, di dare alla luce altri capolavori come il Concerto per orchestra o l’incompiuto Concerto per viola, in cui la sua scrittura appare semplificata e molto positivamente influenzata da un rinnovato studio dei grandi classici come Bach e Beethoven. Muore a New York nel 1945, alla vigilia del rientro in Ungheria dove era atteso con emozione dai due aspiranti allievi Ligeti e Kurtág.
Brani eseguiti al Festival Milano Musica
4 pezzi per orchestra op. 12 (27 ottobre 2009)
8 Improvvisazioni su canti contadini ungheresi op.20, SZ74 (24 ottobre 1998)
Primavera
Non lasciarmi qui
Il mandriano incantatore
Corteggiamento
Ragazza canzonata
Il pretendente (26 ottobre 2008)
Concerto n. 2 (27 ottobre 2009)
Concerto per orchestra (19 novembre 2018)
Divertimento BB118 (13 e 15 maggio 2022)
Duetti per due violini (21 ottobre 1998)
III Quartetto (30 ottobre 2002)
Il mandarino meraviglioso op. 19 (27 ottobre 2009) (22 ottobre 2017)
Két portré (Due ritratti) op. 5 (17 novembre 2003)
Musica della notte (da All’aria aperta) (20 settembre 1999)
Quartetto n. 3 (6 novembre 2020, concerto sospeso)
Quartetto n. 4 (10 ottobre 2012, 19 maggio 2021)
Quartetto n. 5 (19 giugno 1995)
Quartetto n. 6 (30 settembre 2003)
Quattro canzoni popolari (18 ottobre 2005)
Sette pezzi per due pianoforti da Mikrokosmos (5 novembre 2018)
Sonata per due pianoforti e percussione (19 giugno 1994)
Sonata per pianoforte BB88 (20 maggio 2022)
Szabadban (All’aria aperta) (19 giugno 1990, 2 novembre 2009)
Tre composizioni (22 ottobre 1999)
Brani eseguiti a Musica nel nostro tempo
Concerto (op. postuma) (05 ottobre 1985)
Concerto n. 2 (17 ottobre 1978, 25 ottobre 1980)
Divertimento per archi (10 aprile 1986)
Il castello del Principe Barbablù (19 novembre 1978)
Il castello di Barbablù (05 ottobre 1985)
Il Mandarino meraviglioso op. 19 (18 aprile 1980)
Il principe di legno (05 giugno 1981)
Két arckép op. 5 (09 novembre 1979)
Musica per archi, celesta e percussione (05 marzo 1978)
Négy Magyar Népdal (22 marzo 1981)
Quartetto n. 2 op. 17 (09 aprile 1978)
Quartetto n. 4 (13 dicembre 1987)
Quartetto n. 6 (09 marzo 1986)
Quattro canti popolari slovacchi (30 gennaio 1983)
Sonata (02 aprile 1978)
Sonata n. 1 (20 febbraio 1977)
Sonata per due pianoforti e percussioni (19 dicembre 1976)
Suite op. 14 (19 ottobre 1980)
Tanzsuite (17 dicembre 1982)
Tre scene contadine (01 dicembre 1985)