
Ancora nel lontano 1976 Luciano Berio scriveva che la musica elettronica fa meno rumore, se ne parla sempre meno […] evidenziando implicitamente il fatto che il suono elettronico era diventato parte della musica stessa, aggiungendo quella seconda dimensione che aveva indicato Bruno Maderna già all’inizio degli anni Cinquanta. Molti compositori d’oggi, quindi, scelgono di utilizzare i suoni elettronici non per moda o per scelta di campo,
bensì seguendo la stessa logica con cui si sceglie l’organico vocale e strumentale ovvero in base alle esigenze espressive ed alle necessità musicali che scaturiscono dall’idea compositiva.
Queste considerazioni ci hanno portato a programmare un concerto in cui il suono elettronico non è visto nei termini stupefacenti dell’ultimo ritrovato della tecnica,ma all’incontrario come suono musicale che è stato scelto ed inserito per le necessità espressive della musica stessa.
Oltre a ciò, abbiamo voluto partire da due capolavori dell’elettronica del primo periodo, come Thema (Omaggio a Joyce) di Luciano Berio e La fabbrica illuminata di Luigi Nono, per metterli a confronto con lavori musicali più recenti – alcuni anche in prima esecuzione assoluta – prodotti da musicisti della generazione successiva quali Agostino Di Scipio, Roberto Doati, Nicola Sani,Martino Traversa, in cui la dimensione elettronica dialoga con la voce di Silvana Torto, il flauto di Annamaria Morini e il video di Roberto Doati. (a.v.)
Silvana Torto, mezzosoprano
Annamaria Morini, flauto
Alvise Vidolin, regia del suono
Programma
Thema (Omaggio a Joyce) (1958, 8'5"')
per nastro magnetico
Elaborazione elettroacustica della voce di Cathy Berberian
(Produzione: Studio di Fonologia RAI, Milano, Restauro e re-editing: Centro Tempo Reale, Firenze)
Senza titolo (2011, 8'-10'')
voce e nastro
Commissione di Milano Musica
Prima esecuzione assoluta
I binari del tempo (1998, 11'31"')
per flauto e nastro
La scala non procede oltre (2009, 7')
video e live electronics
Bianco, ma non troppo (1995-96, 12')
per flauto basso e nastro
La fabbrica illuminata (1964, 17')
per soprano e nastro magnetico a quattro piste
Testi di origine documentaria a cura di Giuliano Scabia
con l'utilizzo di alcuni versi di Cesare Pavese





